Villa Sassetti











Introduzione
Villa Sassetti a Sintra è un rifugio nascosto, ricco di romanticismo e storia. Immersa tra le colline boscose, questa straordinaria villa fonde lo stile dei castelli lombardi con il tocco portoghese. I suoi giardini offrono viste mozzafiato sulla città e sul mare, mentre la casa stessa è una testimonianza dell'amicizia e della visione dei suoi creatori. Scopriremo come Villa Sassetti è diventata un gioiello nel panorama culturale di Sintra, ora aperto a tutti.
Punti Salienti Storici
🏰 Un Sogno in Pietra
Villa Sassetti a Sintra nacque come il sogno di Victor Carlos Sassetti, un albergatore locale, che desiderava "uno chalet sulla montagna di Sintra, discreto, nascosto tra i massi". Nel 1885, trovò il suo posto ideale su un pendio boschivo, con vista sia sui palazzi di Sintra che sull'orizzonte atlantico. Con le sue radici italiane in mente, Sassetti chiese al suo amico, l'architetto Luigi Manini, di progettare la villa. Manini, all'inizio della sua carriera, si ispirò ai castelli medievali della Lombardia, creando una "fortezza in miniatura" arroccata nella natura.
"È una casa che non ferisce il paesaggio, cerca di perfezionarlo."
— La storica Denise Pereira
🏡 Un'Eclettica Villa Romantica
La costruzione di questa villa revivalista iniziò nel 1890 e terminò nel 1894. La caratteristica principale è una torre in pietra a tre piani con merlature, costruita in granito locale, circondata da ali asimmetriche. Manini utilizzò finestre arabescate con archi a ferro di cavallo in mattoni, richiamando il passato moresco di Sintra. All'interno, l'arredamento mescolava piastrelle moresche, rivestimenti murali in seta e lo stemma della famiglia Sassetti. La cosa più notevole è che la casa fu modellata per adattarsi alla collina piuttosto che dominarla; le sue modeste stanze scambiavano la grandiosità con l'armonia con l'ambiente circostante.
"La perfetta simbiosi tra l'ambiente naturale e lo spazio costruito."
— Parques de Sintra
🌳 Sentieri nel Giardino e Viste Panoramiche
Manini progettò il giardino come un palcoscenico romantico, snodando un sentiero tortuoso tra querce, agrumi, cascate e stagni. La villa è nascosta dalla strada trafficata; solo coloro che si avventuravano sul sentiero scoprivano viste panoramiche sulla "planície saloia" (pianura agricola nei dintorni di Lisbona) e, nelle giornate limpide, persino Lisbona. Sassetti, sempre l'ospite premuroso, si assicurò che i sentieri fossero livellati in modo che gli ospiti potessero arrivare "a cavalo de burrinho" (in groppa a un asinello), come era di moda allora.
🏺 Strati di Storia e Amicizia
Dopo la morte di Sassetti nel 1915, la villa cambiò proprietario molte volte. Ospitò Calouste Gulbenkian, famoso magnate del petrolio e collezionista d'arte, dal 1920 al 1955. I proprietari successivi la ribattezzarono "Quinta da Amizade", la Fattoria dell'Amicizia, un tributo appropriato al duraturo legame tra Sassetti e Manini. Nel XXI secolo, il sito è stato restaurato da Parques de Sintra. Oggi, Villa Sassetti è ammirata come un "gioiello nascosto", con giardini e un sentiero pedonale aperto a tutti.
💡 Consiglio per i Visitatori
Godetevi una passeggiata dal centro di Sintra lungo il sentiero di Vila Sassetti: è il percorso panoramico e tranquillo per il Castello Moresco o il Parco di Pena, evitando la trafficata strada principale.
Cronologia e contesto
Cronologia storica
- 1885 – Victor Sassetti acquista un terreno sul versante nord di Sintra.
- 1890 – L'architetto Luigi Manini inizia a progettare Villa Sassetti e i suoi giardini.
- 1894 – Costruzione completata; atto di proprietà ufficialmente registrato.
- Fine degli anni '90 dell'Ottocento – La villa viene ampliata con nuovi spazi abitativi.
- 1915 – Victor Sassetti muore; la villa viene ereditata dalla moglie e dal figlio.
- 1920–1955 – Affittata a Calouste Gulbenkian, magnate del petrolio e collezionista.
- 1955 – Venduta a Isabel Armanda Luísa Real; vengono aggiunte ristrutturazioni e una nuova casa per il custode.
- 1979–1984 – Ulteriori cambiamenti di proprietà, vengono eseguiti alcuni lavori di ristrutturazione.
- 2004 – Acquisita dal Comune di Sintra a beneficio pubblico.
- 2011 – Trasferita a Parques de Sintra per il restauro e la conservazione.
- 2015 – Giardini e sentiero escursionistico riaperti al pubblico.
Castelli lombardi in un contesto portoghese
Il design di Villa Sassetti esemplifica vividamente il revivalismo romantico di fine Ottocento, fondendo forme del nord Italia con motivi portoghesi e moreschi. L'uso del granito di Sintra, del mattone in terracotta e degli archi moreschi delle finestre da parte dell'architetto Luigi Manini riflette un'estetica eclettica e attentamente studiata. La sua precedente esperienza nella scenografia è evidente: Manini ha affrontato l'architettura in modo scenografico, realizzando una "casa da vedere da lontano" e assicurando che ogni dettaglio contribuisse a un insieme pittoresco. Questo approccio colloca Villa Sassetti all'interno di un movimento europeo che celebra la ripresa medievale e l'integrazione paesaggistica, parallelamente al celebre Palazzo Pena di Sintra e a dimore contemporanee come Biester e Regaleira.
Contesto socio-economico e l'ascesa dei rifugi privati
La visione di Victor Sassetti è stata influenzata sia dalla sua fortuna personale come albergatore sia dalle tendenze sociali che hanno travolto l'élite portoghese. Alla fine del 1800, Sintra fiorì come parco giochi per aristocratici, artisti e ricche famiglie di imprenditori. Costruire una villa romantica simboleggiava l'appartenenza al paesaggio storico della regione e l'abbraccio di ideali cosmopoliti. L'approccio di Sassetti era notevolmente poco ostentato: preferiva la privacy e l'armonia con la natura, in contrasto con le tenute più appariscenti. I successivi inquilini della villa, in particolare Gulbenkian, aggiungono strati di storia cosmopolita: Sintra come tesoro locale e santuario internazionale.
Restauro, conservazione e protezione UNESCO
La conservazione di Villa Sassetti riflette i valori in evoluzione nella gestione del patrimonio. L'acquisizione da parte del consiglio di Sintra e successivamente da parte di Parques de Sintra ha segnato una svolta pubblica, rendendo la casa e i giardini accessibili e assicurandone il futuro. I lavori di restauro, elogiati per la loro autenticità, hanno invertito le modifiche insensibili del XX secolo e hanno rianimato l'intento del progetto paesaggistico originale, compreso il ripristino di sentieri, linee di vista e giochi d'acqua. Villa Sassetti beneficia dell'inclusione nel paesaggio culturale di Sintra, patrimonio dell'UNESCO, che le garantisce livelli di protezione legale e simbolica, ma obbliga anche i custodi a bilanciare l'accesso dei visitatori, la gestione ambientale e le continue sfide di manutenzione.
Significato comparativo e base di ricerca
Accademicamente, Villa Sassetti offre un caso di studio sull'estetica interculturale, la formazione dell'identità e l'evoluzione del patrimonio. Fa parte della "seconda generazione" di tenute romantiche di Sintra: più piccole dei palazzi reali, ma non meno ambiziose nella fusione di arte e natura. Unica tra le sue simili, collega la sensibilità italiana e iberica, fungendo da precursore dei successivi lavori più stravaganti di Manini a Regaleira. La ricerca si basa su archivi comunali, documenti primari (come l'atto del 1894 e i necrologi del 1915), analisi del sito e rapporti di restauro. Le valutazioni accademiche (Pereira, Luckhurst, Canelas) confermano l'importanza della villa nell'architettura domestica dell'era romantica e il suo ruolo come banco di prova per lo stile in evoluzione di Manini.
Rilevanza contemporanea e connessione con la comunità
Oggi, Villa Sassetti si erge a testimonianza di amicizia artistica, sensibilità ambientale e riuso adattivo. I suoi giardini, restaurati per evocare un "ambiente poetico e onirico", sono frequentati da gente del posto e turisti, sostenendo il turismo sostenibile e rafforzando l'identità della comunità. Il restauro del sito dimostra le migliori pratiche nella conservazione del paesaggio e dell'architettura in base alle contemporanee pressioni climatiche ed economiche, mentre i piani interpretativi promettono di coinvolgere ulteriormente il pubblico nel patrimonio stratificato di Sintra. La storia qui raccontata si basa su fonti d'archivio verificabili e sulla ricerca attuale, esemplificando come anche i siti "nascosti" possano svolgere un ruolo fondamentale nel nostro paesaggio culturale condiviso.